L’uso della plastica presenta numerosi vantaggi per l’industria e si stima che la sua produzione quadruplicherà entro il 2050. Le microplastiche, presenti ovunque nel nostro ambiente e in grado di persistere per secoli, destano crescente preoccupazione per il loro impatto ambientale, nonché per i potenziali effetti sulla salute umana.
Le microplastiche (MP) sono minuscoli frammenti di plastica presenti nel nostro ambiente. La plastica non si decompone come gli alimenti e la carta, ma si frammenta in particelle sempre più fini. Quando queste particelle si riducono a dimensioni inferiori a cinque millimetri, prendono il nome di microplastiche. Le MP di dimensioni inferiori a un micrometro sono chiamate nanoplastiche.
Le MP sono presenti ovunque nel nostro ambiente e si ritiene che gli pneumatici dei veicoli siano una delle fonti più rilevanti di MP ambientali. Altre fonti ambientali includono prodotti per l’igiene personale contenenti microsfere, vernici, acque reflue di lavaggio, erba sintetica, sacchetti, bottiglie di plastica e articoli per la pesca.
Le MP possono penetrare nel corpo umano attraverso tre vie di esposizione: l’ingestione, che è la via principale, l’inalazione e la penetrazione cutanea.
La presenza di MP nelle feci umane conferma la loro ingestione attraverso l’alimentazione. A causa dell’elevata concentrazione di MP nell’oceano, i prodotti ittici (crostacei e pesci) sono annoverati tra le principali fonti di MP per ingestione. Altre fonti alimentari importanti di MP sono l’acqua in bottiglia, la birra, il sale, le bustine di tè, gli alimenti in scatola e i piatti pronti. L’infiltrazione di MP attraverso le bottiglie di plastica aumenta quando la bottiglia è esposta alla luce diretta del sole. Anche l’acqua del rubinetto contiene minuscole particelle di plastica, ma l’acqua in bottiglia ne contiene il doppio. Le lattine di metallo e i bicchieri da caffè in cartoncino contengono un rivestimento interno in plastica. Da decenni, questo rivestimento è spesso realizzato utilizzando bisfenolo A (BPA), una molecola che consente di ottenere una plastica solida e resistente. Il problema è che il BPA può migrare negli alimenti. Il BPA è riconosciuto come un interferente endocrino, vale a dire che può imitare o bloccare l’azione dei nostri ormoni naturali e quindi alterare il sistema ormonale, anche a dosi molto basse. Sebbene oggi sempre più produttori offrano bottiglie, imballaggi o lattine con rivestimenti “senza BPA”, questi ultimi contengono comunque plastica, a volte con altri bisfenoli o resine i cui effetti a lungo termine sono ancora sconosciuti.
Le MP possono entrare nel corpo umano anche attraverso l’inalazione. I tessuti sintetici e la polvere sono considerati le fonti più significative. In effetti, gli indumenti e i tessuti in poliestere, nylon, acrilico o elastan rilasciano fibre plastiche microscopiche. Ogni volta che questi tessuti vengono indossati, lavati o anche solo strofinati, minuscole fibre si staccano e rimangono sospese nell’ambiente. Gli interni moderni, ricoperti di tessuti sintetici (tappeti, tende, abiti, mobili), sono quindi una fonte incessante di MP. La polvere poi ingloba tutte queste fibre tessili, oltre alle particelle provenienti dalla plastica dura (mobili, vernici, imballaggi, giocattoli, pavimenti in vinile, ecc.).
Anche la pelle può essere una via di ingresso per le sostanze chimiche presenti nei prodotti per l’igiene personale e nei cosmetici (per esempio detergenti, esfolianti, creme, lozioni e trucchi).
Una volta entrate nel corpo umano, le microplastiche possono attraversare le barriere biologiche, come la parete intestinale, e raggiungere vari organi. Le nanoplastiche, che sono particelle ancora più piccole, possono essere assorbite più facilmente e distribuite attraverso il flusso sanguigno. Alcune ricerche indicano che le MP possono accumularsi in vari organi come fegato, reni e cervello, organi riproduttivi e potenzialmente raggiungere anche la placenta, sebbene i meccanismi esatti e le conseguenze di tale accumulo debbano ancora essere chiariti.
Gli effetti delle MP sulla salute umana sono ancora in gran parte sconosciuti, poiché la maggior parte degli studi è stata condotta su animali o su colture cellulari. È stato ipotizzato che l’esposizione alle MP possa causare infiammazioni, stress ossidativo, alterazioni della funzione immunitaria, sviluppo e funzionamento anomalo degli organi, danni cellulari e aumento del rischio di cancro. Le MP possono anche agire come vettori per altre sostanze tossiche, aumentando così il loro potenziale nocivo. La plastica degradata può rilasciare additivi chimici, come ftalati e bisfenoli, noti per i loro effetti di interferenza endocrina, contribuendo così a squilibri ormonali e disturbi della fertilità.
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